"Con le conferenze sui canti e i piatti natalizi abbiamo innalzato la qualità del nostro programma e avviato un ciclo di socializzazione con il pubblico, con l’intento di familiarizzare, in questo modo, con il nostro patrimonio. Oltre ad una serie di interessanti cenni storici forniti dai nostri relatori Alessio Giuricin e Sergio Ferrara, abbiamo ricordato le usanze natalizie attraverso la parte pratica delle conferenze, in cui i partecipanti hanno potuto apprezzare l'esecuzione dei canti natalizi e i sapori dei piatti festivi preparati sul Molo grande", ha rilevato la Direttrice della Ustanova-Istituzione "Kuća o batani-Casa della batana", Nives Giuricin.
SERATA DI NATALE DEL PASSATO ROVIGNESE, RIEVOCATA DALLE VOCI DEI TANTI PARTECIPANTI
Anche se la data è già passata, la dolcezza e la sacralità della Vigilia di Natale hanno riempito l'Ekomuzej-Ecomuseo Batana il 26 dicembre e i cuori dei presenti alla conferenza di Alessio Giuricin “C’oûn cànto pièn da ligrìsa” - Rovinjski božićni napjevi - Armonie natalizie rovignesi".
La conferenza è il risultato della sua ricerca d'archivio musicologica e di raccolta delle testimonianze dei membri della comunità che hanno contribuito con i loro ricordi e le loro esperienze personali alla memoria collettiva.
Guardando al passato, Alessio Giuricin ha ricordato i canti liturgici che venivano cantati durante le messe di Natale (mezzanotte, alba e giorno) e le melodie che le famiglie rovignesi di generazione in generazione cantavano più spesso durante la Vigilia di Natale. Ha presentato anche alcune canzoni meno conosciute, alcune delle quali sono state riportate in vita con successo, mentre altre sono in fase di progettazione per un intervento rapido affinché non cadano nell'oblio. Alla sua voce eccezionale ed istruita si sono aggiunte le voci della SAC-KUD "Marco Garbin" - CI-ZT "Pino Budicin" e del quartetto "Le Nuove quattro colonne". La particolarità della serata sono state sicuramente le registrazioni dei narratori rovignesi che non si vedevano da molto tempo, ma che in questo modo, attraverso i ricordi registrati e il canto, si sono uniti alla celebrazione della festa.
I partecipanti hanno presentato congiuntamente i canti che più spesso venivano eseguiti durante la liturgia della Vigilia e del Natale, ovvero Adeste fideles, È nato il Messia, Laetentur coeli [Pastorella], Pastorale [Venite su pastori] e Tu scendi dalle stelle. Oltre ai canti liturgici durante il periodo natalizio, nelle case rovignesi era consuetudine utilizzare un ceppo d'albero (sùco) che veniva posto nella parte inferiore del focolare (fugulièr) a bruciare lentamente. Famiglie riunite attorno al fuoco cantavano insieme canti come El xe nato el venticinque, Verbum caro e Canto della natività, la cui versione è stata registrata da Claudio Noliani e adattata dal maestro Dušan Prašelj per la SAC-KUD «Marco Garbin» alla fine degli anni '70 . Questa versione del suddetto coro rappresenta ancor oggi il Natale per i Rovignesi.
Molte canzoni sono state conservate, ed alcune hanno anche subito modifiche rispetto alle esecuzioni originali, la tradizione è in continua evoluzione con molto rispetto e dedizione. Un ottimo esempio è il canto Caro Gesù bambino del maestro Piero Soffici (su testo di Piero Quinto Cariaggi) arrangiato dal maestro Giorgio Sugar per il coro misto della SAC-KUD «Marco Garbin». È interessante notare che ha firmato anche l'arrangiamento in bitinàde del canto natalizio più famoso del mondo, Jingle Bells, che lo stesso coro esegue ancora oggi.
Al termine dell'intervento di Alessio Giuricin, attraverso un discorso di ringraziamento, lo storico e fondatore dell'Ekomuzej-Ecomuseo "Batana" Marino Budicin ha sottolineato l'importanza di conferenze di tale qualità, che confermano la riuscita trasmissione generazionale della salvaguardia del patrimonio, e ha sottolineato che Rovinj-Rovigno, viste le sue dimensioni, è una città con un patrimonio musicale ricchissimo e ancora non completamente presentato.
PESCE, GNOCCHI CON SUGO DI CARNE, ANEMONI IMPANATE E UOVA DI MARE NEL MENU DI NATALE ROVIGNESE
Nella parte introduttiva della conferenza “El bon bucòn da Nadàl - Rovinjski božićni recepti - Le ricette natalizie rovignesi”, tenutasi il 29 dicembre, Sergio Ferarra è risalito agli anni '50 del secolo scorso, quando la tavola natalizia rovignese rifletteva i tempi modesti in cui vivevano i rovignesi. Nei giorni festivi preparavano tutto ciò che il mare offriva loro, soprattutto il pesce, e i frutti dei campi che coltivavano. Bisognava lavorare duro per avere cibi che profumassero sulla tavola di Natale, e poi pazientemente mantenere il fuoco e dedicare il tempo alla preparazione dei pasti sia nelle case che nei tanti spacci che avevano un proprio focolare.
Il pesce, che si poteva catturare in quel periodo dell'anno, veniva spesso preparato, il nasello era il più popolare, seguito da menola, triglia, pesce molo, l’ombrella, la sogliola. Con i “pisisensanòn” si facevano le polpette, e i rovignesi che avevano reti adeguate e riuscivano a catturare i granchi, ne facevano un'insalata, mentre gli altri non se li potevano permettere. Varietà più insolite come le anemoni impanate o le uova di mare hanno trovato il loro posto nel menu. Poiché il pesce veniva spesso fritto, bisognava maneggiare con cura le preziose quantità di olio d'oliva, che veniva utilizzato più volte, e per questo motivo le cucine rovignesi erano piene di fumo durante la preparazione dei piatti. Si utilizzava la farina che si aveva a disposizione, mentre, secondo il consiglio del relatore e cuoco esperto, oggi per la frittura del pesce è preferibile utilizzare un impasto di farina. I piatti di pesce venivano "arricchiti" da piatti di carne, che erano il più delle volte gnocchi con sugo di maiale o di pollo e salsiccia.
Proprio così Sergio Ferrara ha preparato le verze, con triglia fritta, sogliola e calamari e polenta, nella seconda parte pratica della conferenza al Molo grande, con l'aiuto del suo successore nella cucina dello Spacio Matika, Ennio Sošić. L'odore del pesce e delle verze si mescolava a quello delle frittelle, con cui molti hanno addolcito la degustazione, e Sergio ha ricordato che le frittelle preferite erano in primo piano anche durante le feste di Natale. I rovignesi, infatti, preparavano le frittelle la Vigilia di Natale, prima di andare alla messa di mezzanotte, e secondo la tradizione le assaggiavano dopo la messa, ossia dopo aver cantato i canti natalizi e pregato in chiesa.
Queste due conferenze di grande valore hanno unito il patrimonio musicale e gastronomico di Rovigno, offrendo ad un vasto pubblico un'esperienza che ha permesso loro di sbirciare nel ricco scrigno delle eredità e usanze, che in futuro sarà fonte di ispirazione per nuove conferenze e gioiosi incontri durante i Natali in famiglia della Batana.