LA GIOSTRA DEI RICORDI NATALIZI DI ROVIGNO – racconti di storie natalizie con cui diamo vita e conserviamo dalla dimenticanza tutti i momenti più emozionanti e calorosi dei Natali rovignesi. Tutto ciò che esiste nella memoria collettiva della nostra città, i ricordi personali che talvolta riaffiorano in una conversazione, merita di essere trascritto, così da avere un promemoria duraturo di tutto ciò che rende speciale Rovigno e un invito a amarla e custodirla come merita.
Queste storie natalizie, insieme a molte altre, verranno pubblicate sulla nostra pagina Facebook e saranno conservate permanentemente anche sul nostro sito web www.batana.org, il cui aspetto sarà presto rinnovato. Ogni volta che vorrete leggerle, le troverete nella sezione Le storie della Batana / Batanine priče.
Iniziamo con la prima storia, in cui la nostra concittadina Virna Dalino Polo ha condiviso con noi i suoi vividi ricordi di Natale, e siamo certi che a molti verrà subito alla mente il profumo delle frittelle/fritole della sua nonna Anna, che un tempo profumavano tutta la Via Augusta Ferri!
Virna Dalino Polo: “Dicembre è il mese più bello dell’anno!”
I miei ricordi legati al Natale riguardano alcuni dei momenti più belli della mia infanzia e i ricordi di mia nonna Anna, la donna che faceva sì che durante le festività natalizie tutta la Via Augusta Ferri profumasse di frittelle appena sfornate. Era un tempo di riunioni familiari, di amici e vicini, che ogni giorno venivano a casa della nonna per vedere il presepe, che lei ogni anno realizzava e arricchiva con nuove statuine e decorazioni.
Il suo amore per la realizzazione dei presepi e per la tradizione del Natale lo trasmise ai figli – mio padre Giovanni, la cui passione per i presepi è poi passata a me. Con queste parole, Virna Dalino Polo, professoressa di matematica, inizia il suo racconto natalizio, partecipando quest’anno, con le fotografie dell’album di famiglia, alla mostra “Nadàl in famia – Božić u obitelji – Natale in famiglia”.
Metà dicembre all’insegna dei preparativi
Secondo Virna, i preparativi per addobbare il presepe iniziavano a metà dicembre. Occorreva, infatti, andare con il padre nei loro luoghi speciali e raccogliere tutto il materiale necessario dalla natura. Padre e figlia avevano dei posti segreti di cui non parlavano a nessuno, considerandoli un piccolo tesoro: luoghi dove cresceva il muschio più verde e boschi in cui si trovavano le pigne più belle. Se fossero stati “svelati”, quei posti non sarebbero più rimasti un segreto di famiglia.
“Prima di andare a raccogliere il muschio, che doveva essere secco e malleabile in tempo utile, mio padre portava dalla cantina il tavalon su cui si realizzava il presepe, e dalla campagna, dove lavorava sempre a qualcosa, portava in sacchetti segatura e rametti di abete tagliati con cura. Nel frattempo, nonna Anna controllava attentamente le statuine di gesso, che riusciva a procurarsi ‘tramite conoscenze’ da Napoli e di cui era molto orgogliosa. Era il tempo della raccolta e della preparazione dei materiali per addobbare il presepe”, ricorda Virna, aggiungendo che ogni giorno di dicembre era anche l’occasione per creare una nuova decorazione.
I materiali non si acquistavano nei negozi: quella particolare atmosfera e la sincera magia dell’avvicinarsi del Natale erano legate alle riunioni familiari, agli amici e al gioco, spiega Virna, rivelando anche alcuni modi in cui si “producevano” manualmente i materiali.
“Per esempio, per il cielo sopra il presepe, nonna e io usavamo carta blu, spesso colorata da noi, su cui attaccavamo stelle ritagliate e modellate con la carta argentata delle cioccolate. Mentre io mi concedevo qualche dolce, la nonna conservava con cura per tutto l’anno quei foglietti argentati nel cassetto della cucina, per poterli riutilizzare a Natale e realizzare le decorazioni più brillanti.”
Ogni giorno un gioco
“Ricordo che ogni giorno il presepe era diverso, anche nei dettagli più piccoli. A me, la più piccola, era permesso cambiarne l’aspetto: ogni mattina qualche decorazione si trovava in un posto diverso. Le casette che mio padre realizzava in cartone e sughero cambiavano ‘indirizzo’ sul tavalon, e i pesci del laghetto finivano talvolta anche a secco”, racconta Virna ridendo.
Il giorno della Vigilia era speciale: si lavorava al presepe dall’alba al tramonto, e l’ultima statuina, il piccolo Gesù nella culla, veniva posizionata subito dopo la mezzanotte, mentre i genitori erano ancora in chiesa alla messa di mezzanotte. A casa della nonna si riunivano anche altri bambini del vicinato, cantando tutti insieme la tradizionale canzone “Tu scendi dalle stelle”, dopo la quale noi bambini scartavamo i regali e ballavamo. Il profumo delle frittelle, che la nonna, almeno a me così sembra, preparava continuamente, era l’invito più dolce per i vicini della Via Ferri a venirci a trovare, augurarci buon Natale e ammirare sempre con entusiasmo il presepe realizzato dalla nonna Anna. Le frittelle, cotte in una grande pentola a pois rossi, fanno parte dei miei ricordi più antichi delle celebrazioni natalizie in famiglia, momenti davvero speciali e preziosi.
Per preservare e trasmettere questi ricordi alla mia famiglia, continuo a realizzare decorazioni. Per me sono molto più di un semplice gesto: sono un viaggio nei ricordi. Ogni luce che accendo, ogni pallina che appendo, mi riporta a quei giorni lontani dell’infanzia. Oggi, quando i miei genitori e i miei nonni non ci sono più, mentre preparo gli addobbi sento ancora quel calore, quella gioia semplice che rendeva tutto speciale. Per me, preparare gli addobbi o semplicemente decorare per Natale significa esattamente questo: famiglia, tradizione e amore che non tramonta mai.
Racconto trascritto da: Nina Orlović Radić