Il libro La batana rovignese e la sua vela di Libero Benussi è la seconda pubblicazione dell’Ecomuseo rovignese, nonché la prima monografia dedicata a un tipo di barca dell’Adriatico.
Autore: Di Libero Benussi
Edizioni: Casa della batana, Rovigno 2007
Questo è indubbiamente un libro dedicato alla batana, ma anche alle genti che per generazioni sono legate a questa barca, cosicché si può liberamente affermare che questo volume, assieme all’Ecomuseo, è una delle chiavi per conoscere Rovigno e i suoi abitanti in maniera diretta, ma anche molto intima. In effetti, nel libro vengono citate quasi tutte le persone che nell’ultimo centinaio d’anni hanno avuto a che fare con la batana, sia che si tratti di proprietari, costruttori, pescatori, oppure di studiosi e appassionati, in pratica tutti quelli che hanno trasmesso le tradizioni connesse alla barca… Una particolare qualità del libro è certamente il suo bilinguismo, che è una delle caratteristiche della città, ma anche del passato e del presente della batana, che oggi, seppure le sue origini siano legate alla comunità nazionale italiana autoctona, rappresenta il punto d’unione per tutti gli abitanti. Inoltre, questo libro è ancora un contributo alla valorizzazione della tradizione marinara e cantieristica rovignese, nel quale in maniera creativa e giocosa è presentato ancora uno dei volti di Rovigno come destinazione turistica, un importante mezzo di comunicazione destinato ai visitatori di questa città, dell’Istria e della Croazia!
Un passo dal libro:
“… È da parecchio che desideravo poter riunire in un unico compendio la tematica che riguarda la batana e la sua vela. Non sarebbero però nate queste pagine se non ci fosse stato anche il sostegno di molti amici appassionati ed entusiasti, che mi hanno aiutato ad affinare i tanti preziosi particolari. Per me, come per loro, la batana ha significato, e significa tuttora, vita, gioia, continuità, speranza e sogno. Alcuni di loro non ci sono più ma voglio sperare che queste pagine, oltre che a ricordarli, stiano a significare che la loro fatica non è andata sprecata inutilmente. Un particolare ringraziamento a Franco Diritti per il suo insostituibile contributo. Riuscire a veleggiare con la vela al terzo, anche se solo tra le righe di questo breve trattato, rappresenta già motivo di gratificazione…” Libero Benussi